Cassa integrazione in deroga, nella nostra Regione serve un accordo

“Le piccole imprese siciliane, messe a dura prova dal coronavirus, hanno bisogno di avviare subito la cassa integrazione straordinaria. Le misure, previste dal Governo nazionale
, non sono direttamente applicabili. La Regione Siciliana deve urgentemente realizzare uno specifico accordo quadro. Per questi motivi, ho chiesto all’assessore regionale al lavoro, onorevole Antonio Scavone, l’avvio di tale procedura”.

A dirlo è Orazio Ragusa che, in qualità di presidente della commissione Attività produttive all’Ars, ha sollecitato la definizione tempestiva di un quadro normativo specifico per sanare la delicata vicenda. “Allo stato attuale – spiega l’on. Ragusa – le imprese che possono accedere a questa tipologia di Cassa integrazione devono essere in regola con i versamenti agli enti bilaterali di categoria. Chi non lo ha fatto, e sono la stragrande maggioranza, almeno 17.000 imprese su 20.000, non avrà l’opportunità di utilizzare l’ammortizzatore sociale. In realtà, le aziende da 1 a 5 dipendenti non avevano questa obbligatorietà che, invece, era dovuta per le aziende dai 6 dipendenti in su.

Ma se l’impresa vuole che il proprio dipendente percepisca la cassa integrazione a decorrere dal 23 febbraio scorso, è necessario regolarizzare la posizione degli ultimi tre anni. Solo che sono in molti che, ovviamente, in questo momento, non hanno l’opportunità per poterlo fare. E, allora? L’assessorato regionale al Lavoro può intervenire attraverso una speciale deroga che permetta poi alle aziende di sanare la situazione una volta passata la crisi, garantendo, però, per il momento, la possibilità di erogare il dovuto in favore dei dipendenti. Se questo accordo non sarà ratificato, sono circa 50mila le famiglie di lavoratori che rischiano di rimanere senza un soldo.

Articoli consigliati